Al sussistere di date condizioni, è possibile andare in pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile: è la cosiddetta “pensione anticipata”. I requisiti per la pensione anticipata sono i seguenti:

  • essere iscritto alle gestioni INPS, al fondo pensione lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi oppure all’assicurazione generale obbligatoria di coltivatori diretti e artigiani
  • aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne

L’età dunque non conta: contano solo i contributi versati. Un requisito, questo, attualmente in vigore fino al 31 dicembre 2026. Tuttavia, è bene prestare attenzione al concetto di contribuzione. Per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi prima dell’1 gennaio 1996, dei 42 o 41 anni e 10 mesi di contribuzione, almeno 35 devono essere calcolati senza tenere conto degli eventuali periodi di contribuzione versata durante i periodi di malattia o disoccupazione.

Nello specifico, i lavoratori con più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 (che beneficiano dunque del sistema retributivo) nel 2020 hanno raggiunto i requisiti per la pensione anticipata. Chi ha accumulato i contributi solo dopo l’1 gennaio 1996 (e rientra nel regime contributivo) può beneficiare invece della prestazione anticipata contributiva al compimento dei 64 anni d’età, con 20 anni di contribuzione effettiva e a patto che il primo assegno pensionistico lordo non sia inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (e sia quindi superiore ai 1.288,78 euro mensili). La nuova tabella per la pensione anticipata è consultabile sul sito dell’INPS 

(I contenuti che trovate in questo articolo hanno il solo scopo di informare in modo semplice e diretto chiunque si approccia per la prima volta a questo settore, per necessità o interesse, senza voler esprimere un’opinione nè influenzare nessuno)

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